In piedi signori davanti a una donna

In piedi,

in piedi, signori, davanti a una donna,

per tutte le violenze consumate su di lei,

per le umiliazioni che ha subito,

per quel suo corpo che avete sfruttato

per l’intelligenza che avete calpestato

per l’ignoranza in cui l’avete tenuta

per quella bocca che le avete tappato

per la sua libertà che le avete negato

per le ali che le avete tarpato

per tutto questo

in piedi, Signori, in piedi davanti a una Donna.

E se ancora non vi bastasse,

alzatevi in piedi ogni volta che lei vi guarda l’anima

perché lei la sa vedere

perché lei sa farla cantare.

In piedi, sempre in piedi,

quando lei entra nella stanza e tutto risuona d’amore

quando lei vi accarezza una lacrima,

come se foste suo figlio!

Quando se ne sta zitta

nasconde nel suo dolore

la sua voglia terribile di volare.

Non cercate di consolarla

quando tutto crolla attorno a lei.

No, basta soltanto che vi sediate accanto a lei,

e che aspettiate che il suo cuore plachi il battito

che il mondo torni tranquillo a girare

e allora vedrete che sarà lei la prima

ad allungarvi una mano e ad alzarvi da terra,

innalzandovi verso il cielo

verso quel cielo immenso

a cui appartiene la sua anima

e dal quale voi non la strapperete mai

per questo in piedi

in piedi

davanti a una donna.

(W. Shakespeare)

Perché il 25 novembre?

Il 25 novembre è stato scelto in memoria delle sorelle Mirabal, attiviste politiche massacrate, nel 1960 per ordine del dittatore dominicano Rafael Leónidas Trujillo mentre stavano andando a far visita ai loro mariti in prigione. Queste furono bloccate e rapite da agenti del servizio di informazione. Portate in luogo nascosto nelle vicinanze e stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

Le modalità e il contesto hanno spinto, nel 1981, durante il primo incontro femminista latino-americano e caraibico, a Bogotá in Colombia, le partecipanti a indicare questo giorno come “la Giornata internazionale della violenza contro le donne”.

Nel 1993, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha ufficializzato la data e ha emanato la Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne. Nella quale, all’articolo 1 si dispone che la violenza contro le donne è: “qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata".

Le Nazioni Unite hanno istituzionalizzato, con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Perché le scarpe rosse?

Le scarpe rosse sono state il frutto dell’intuizione dell’artista messicana, Elina Chauvet che, nel 2009, realizzò l’installazione “Zapatos Rojos” al fine di denunciare i femminicidi compiuti nel Nord del Messico.

Da allora l’installazione ha fatto il giro del mondo.

Perché la panchina rossa?

La “panchina rossa” è il frutto di un progetto partito per la prima volta, in Italia, il 18 settembre 2016 e lanciato dagli Stati Generali delle Donne per iniziativa del Comune di Lomello.

In poco tempo è diventato un passaparola ed è rivolto ai Comuni, alle associazioni, alle scuole e alle imprese di tutta Italia.

Il primo strumento internazionale

Il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica è la Convenzione di Instanbul, approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 e recepita in Italia con approvazione unanimemente dalla Camera dei Deputati e dal Senato, il 19 giugno 2013.

Lo strumento interno

In Italia, con legge n. 69 del 2019, un grande tassello è stato aggiunto nella scala del sostegno alle donne. Il Codice Rosso ha modificato e rinnovato parti nella normativa penalistica troppo farraginose e ridondanti, cercando di intervenire in primis sul “tempo”, così tentando di velocizzare l’avvio del procedimento penale per i reati di maltrattamento, stalking e violenza sessuale. In secundis sull’introduzione di nuove ipotesi di reato come: delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate, c.d. revenge porn; il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso; il reato di costrizione o induzione al matrimonio e, infine, la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Il tutto, accompagnato da un inasprimento di alcune sanzioni per i reati di violenza sessuale e di violenza domestica e stalking.

Nonostante tutto,

i numeri delle violenze, sia in Italia che nel mondo, continuano inesorabilmente a non diminuire costringendo tutti noi ad una amara riflessione: in presenza di strumenti, sulla carta, validi, il vero problema non sarà, forse, rappresentato dalle nostre coscienze sempre più inclini al materialismo, all’oppressione, al controllo e all’odio?

E non dimentichiamo: DENUNCIARE,

ESPRIMERE,

URLARE,

NON AVERE VERGOGNA

sono il segreto per tornare a riacciuffare quella felicità rubata.

Da ultimo, ma non per importanza, il numero di emergenza:

1522

Come riferimenti ulteriori:

#donneinrete, nella persona di amministratrice per la Valle Del Giovenco Sara D’Agostino

sito #BefreeRestacooperativa